Ecco l'indirizzo  Youtube - Il Canale dei Libri, da cui è possibile seguire l'incontro del 31 maggio:

L. Guastelluccia e MICHELE FARACCI leggono  poesie di Ada Negri e Luigi Pirandello.

E la locandina dell'incontro.


Riflessioni di Antonio Zanoletti


PIRANDELLO-NEGRI
al San Carlino il 31 maggio 2021

 

Per la
chiusura della rassegna “Primavera di poesia al San Carlino” ho accettato con
entusiasmo l’invito di Michele Faracci a parteciparvi. Quindi ultimo incontro
tutto da inventare. Cosa proporre?

 Michele sa quanto ami Pirandello, e non solo
come autore teatrale, l’occasione mi è sembrata ghiotta per poter parlare di
lui e di un suo aspetto poco scandagliato, quello di poeta. Mi è sembrato poi
interessante poter accostare una poetessa “bistrattata” dallo stesso Pirandello
in una recensione che fece a una sua raccolta poetica. Sto parlando di Ada
Negri. L’accostamento non è poi così bizzarro fra i due poeti decisamente
inquieti anche se per motivi differenti. Pirandello in una recensione fra le
tante che scrisse nell’arco della sua esistenza, criticò aspramente la poetessa
lodigiana, quando forte del successo ottenuto con la prima raccolta “Fatalità”,
pubblicò una seconda raccolta “Tempeste”, che deluse non pochi. Forse il
successo improvviso della prima, avuto grazie anche al momento storico, spense
in lei l’atto creativo, ma Pirandello rimproverò alla poetessa l’estrema
disinvoltura nella sua nuova poetica e non a sproposito. Ma cosa unisce questi
due poeti?

Ada Negri
ebbe una vita inquieta: il matrimonio con un industriale la porterà alla
maternità e alla separazione poi dal marito, trasferendosi in Svizzera; poi la
dimenticanza di lei come poetessa e infine l’oblìo. Tornerà a Milano a
ripensare a ciò che fu, alla sua terra, alle sue umili origini, e soprattutto alla
riscoperta di una religiosità, il suo accostarsi al cristianesimo, a una
coscienza religiosa messa a servizio di una fede matura.

In
Pirandello fu sempre vivo un substrato religioso anche nella sua giovinezza; e
palesi origini cristiane ha la infinita tenerezza che lo muove verso il dolore
umano, verso la sofferenza dei deboli e degli infelici. Il Cristianesimo dà un
senso al dolore, lo sappiamo, ma Pirandello non può dire come i Vangeli “Beati
coloro che piangono”; però il fatto che essi piangono glieli rende sacri. Le
ragioni le troviamo in qualche testo teatrale, in alcune sue novelle che
mostrano un Pirandello contro la morale farisaica, contro le basse menzogne, le
oblique ipocrisie. Si legga a proposito la novella autobiografica “La Madonnina”.
Luigi Pirandello ha anche scritto “All’Uscita”, atto unico, che ha per
sottotitolo “Mistero profano”. Si china su una umanità dolente e scrive uno dei
miti “Lazzaro”. Si leggano le ultime pagine di “Uno, nessuno e centomila” per
capire la sua spiritualità e un suo sentire la sacralità della vita. Quindi
quella inquieta e dolente ricerca, quel senso di mistero che avvolge tutta
quanta la realtà umana, sono segni di una sensibilità religiosa vivissima,
intesa nel senso più alto del termine, ed essa condurrà Pirandello, attraverso
un processo naturale di ricerca spirituale, alla creazione dei suoi ultimi
lavori.

Entrambi
canteranno nelle loro poesie la struggente nostalgia delle loro origini; lei il
fiume e la sua terra lombarda, lui la sua Sicilia e l’aspro mare africano; lei
i sentimenti che irrompono dal suo cuore, lui con la ragione, tutto inteso a
rappresentare l’essenza delle cose, dal “di dentro”, con un linguaggio tutto
proprio. 

 Insomma, un aspetto di Pirandello tutto da
scoprire e una Ada Negri da recuperare. Queste sono le finalità che ci hanno
spinto a proporre una serata dedicata a questi due poeti, con l’aiuto di Licia
Guastelluccia e Michele Faracci.

 



















                                                                                              antonio
zanoletti 

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